E’ una sindrome immuno-tossica caratterizzata da ridotta capacità dell’organismo di metabolizzare ed eliminare sostanze xenobiotiche e tossine, presenza di ingente stress ossidativo, e reazione infiammatoria e/o allergica, che esitano in danno multiorgano.
L’esposizione quotidiana ad un numero sempre maggiore di xenobiotici e il crescente inquinamento ambientale paiono giocare un ruolo determinante nella genesi, insieme ad una possibile suscettibilità individuale – vd. oltre. Anche l’esposizione alle biotossine (ad es. micotossine) può slatentizzare la sindrome.
E’ quindi da ritenersi una malattia di origine ambientale.
I segni e sintomi vengono esacerbati dall’esposizione a sostanze xenobiotiche come insetticidi, pesticidi e additivi alimentari; detergenti per la casa, detersivi e ammorbidenti; prodotti per il corpo (profumi, detergenti, creme, lozioni, deodoranti, cosmetici); disinfettanti e farmaci; vernici, solventi, collanti, prodotti catramosi e materiali per l’edilizia in genere; inchiostri e carta stampata; scarichi di motori a scoppio e prodotti di combustione in genere; scarichi industriali; prodotti plastici; formaldeide in mobilio e tessuti; ecc.
L’esposizione ai Campi Elettromagnetici (C.E.M.) può ugualmente esacerbare i segni e sintomi della malattia, poiché i C.E.M. determinano produzione di specie reattive dell’ossigeno (R.O.S.) e quindi ingente stress ossidativo, che l’organismo del malato non riesce a controllare.
Può sviluppare la malattia chiunque (bambini inclusi) si trovi a vivere in ambienti molto inquinati e/o abbia una suscettibilità individuale.
Studi americani ed europei indicano che il 15% della popolazione sia sensibile a qualche sostanza chimica nei prodotti d’uso comune, mentre l’1–1,5% sia affetto da M.C.S.
Peculiare è l’ipersensibilità olfattiva. Piccolissime quantità di xenobiotici scatenano reazioni avverse, le quali dipendono dalla modalità espositiva (inalazione, ingestione, contatto) e sono:
VIE AEREE INFERIORI: dolore e bruciore alle vie respiratorie, dolore toracico, insufficienza respiratoria, iperventilazione, tosse, asma, Sindrome da Disfunzione Reattiva delle Vie Aeree (R.A.D.S.);
VIE AEREE SUPERIORI E ORECCHIE: gocciolamento/(a volte) sanguinamento nasale, pizzicore e bruciore alla gola, (talvolta) edema della glottide, Sindrome da Disfunzione delle Vie Aeree Superiori (R.U.D.S.), arrossamento/edema del timpano;
OCCHI: bruciore, prurito, arrossamento, secrezioni;
APPARATO MUSCOLOSCHELETRICO: indolenzimento/intorpidimento/spasmi/debolezza muscolari, dolori articolari;
APPARATO CARDIOVASCOLARE: palpitazioni ed aritmie, problemi cardiovascolari di altro tipo;
BOCCA E APPARATO DIGERENTE: bruciore e dolore alle gengive e alla mucosa buccale, nausea, reflusso gastro-esofageo, problemi di digestione, intolleranze e allergie alimentari, dolore addominale ricorrente o cronico, diarrea o stipsi, perdita di peso;
TRATTO GENITOURINARIO: disturbi della minzione, enuresi, bruciore delle mucose genitali;
APPARATO TEGUMENTARIO: rash cutanei ed eczemi con bruciore e/o pizzicore e/o prurito e/o dolore, problemi dermatologici di altro tipo resistenti al trattamento, invecchiamento accelerato;
SISTEMA IMMUNITARIO: sindrome simil-influenzale (con malessere, febbricola, mal di testa, battito cardiaco accelerato, linfonodi ingrossati, artralgie, dolori muscolari, stanchezza o prostrazione), diminuita resistenza alle infezioni, lunghi tempi di recupero dalle infezioni, possibilità di anafilassi in caso di nuova esposizione, patologie del sistema immunitario;
APPARATO ENDOCRINO: ridotta attività della deiodinasi‑2 e ipotiroidismo tissutale (T3↓), ♀ alterazioni del ciclo mestruale;
SISTEMA NERVOSO / SENSORIO / FUNZIONI COGNITIVE / TONO DELL’UMORE: stordimento e disorientamento, mal di testa frequenti anche gravi, vertigini, disturbi del sonno, nevralgia del trigemino, dolore e sensazione di bruciore e calore sul viso, problemi di coordinazione occhio-mano; intensificazione dell’olfatto, problemi di vista (visione sfuocata) e di udito; difficoltà di concentrazione/ideazione, e perdita di memoria a breve termine; depressione, oppure ansia, iperattività, irritabilità;
SINTOMI GENERALI: affaticamento, debolezza, sensazione di freddo, brividi, gonfiore.
Può associarsi a SINDROME DA FATICA CRONICA o ENCEFALOMIELITE MIALGICA, FIBROMIALGIA, e IPERSENSIBILITA’ AI CAMPI ELETTROMAGNETICI, rendendo il quadro clinico ancor più grave e complesso.
Può avere vari livelli di gravità.
Evolve a stadi progressivi:
Primo stadio: Sensibilizzazione
Viene persa la capacità di tollerare gli agenti chimici.
Si possono quindi avere varie reazioni all’esposizione alle sostanze chimiche tra cui: ipersensibilità olfattiva, cefalea, dolori muscolari, affaticamento, problemi dermatologici (rossori, prurito), sindrome simil-influenzale (con malessere, febbricola, mal di testa, battito cardiaco accelerato, linfonodi ingrossati, artralgie, dolori muscolari, stanchezza o prostrazione), palpitazioni, nausea, insufficiente circolazione periferica.
Secondo stadio: Infiammazione
Le esposizioni determinano infiammazione tissutale.
Si possono quindi avere artrite, vasculite, dermatiti, asma non allergica, riniti, disturbi della circolazione periferica.
La progressione avviene in seguito a nuove esposizioni, che vanno dunque assolutamente evitate.
Se non si è già creato danno ai tessuti, il processo può essere invertito con evitamento degli agenti chimici e cure disintossicanti.
E’ necessario vivere in un ambiente bonificato, evitare le sostanze chimiche alimentari e ambientali (detergenti, profumi, saponi, formaldeide, farmaci, chemioterapici, resine e vernici, smog, scarichi di inceneritori, pesticidi, materie plastiche, materiali per edilizia, polveri di toner per stampanti, nanoparticelle e polveri derivate da impianti di riscaldamento, ecc.) nonché i Campi Elettromagnetici.
Terzo stadio: Deterioramento
In assenza delle manovre di evitamento di cui sopra, l’infiammazione cronica produce danni tissutali permanenti e compromissione della funzione d’organo interessando sistema nervoso centrale, fegato, reni, polmoni, sistema immunitario, ecc.
Quando ciò avviene, vi è scarsa possibilità di ottenere un recupero.
Questo stadio è dunque da considerarsi irreversibile.
Si possono verificare complicanze gravi quali: insufficienza respiratoria/epatica/renale, scompenso cardiaco, infarto, ictus, demenza, ed epilessia, con conseguenze fortemente invalidanti se non addirittura mortali.
Alta è l’incidenza di tumori, leucemie e linfomi tra gli affetti.
Nelle forme gravi, senza adeguate manovre di evitamento e una terapia di supporto, i sintomi cronicizzano e in pochi anni dall’esordio si creano danni multiorgano irreversibili.
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Qui a fianco potete trovare una tabella riassuntiva sulla M.C.S., basata su quanto riportato in “Multiple Chemical Sensitivity, The disease is tangibile — the reactivity is physiological“ dei dott.ri Tamara Tuuminen e Erkki Antila.
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Il malato va incontro ad un gravissimo condizionamento della vita quotidiana e all’isolamento sociale per la necessità di evitare ogni forma di esposizione.
E’ precluso l’accesso a strutture pubbliche e private.
E’ precluso l’accesso a cure mediche di base e in emergenza, per la mancanza sia di ambienti sanitari bonificati da sostanze chimiche e C.E.M., che di personale medico e sanitario preparato.
Impossibile è anche eseguire visite di controllo per escludere altre patologie.
Gli elevati costi di gestione della malattia gravano interamente su malato e/o familiari.
Il malato grave, non essendo in grado di lavorare, essendo privo di aiuti di qualsiasi tipo e gravato da spese enormi per il controllo della malattia, si ritrova in uno stato di indigenza che gli preclude la possibilità di curarsi.
E’ ufficialmente riconosciuta in molti Stati — tra cui Germania, Austria, Lussemburgo, Spagna, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Islanda, e Giappone - nei quali, a livello sanitario, si fa riferimento ai codici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) in relazione agli apparati coinvolti dalla sintomatologia: disautonomia, altra neuropatia autonomica periferica idiopatica (ICD-9-CM 3370; ICD-10-CM G9O.09), encefalomielite mialgica (ICD-9-CM 780.79. ICD-10-CM G93.3), disturbo respiratorio non specificato in relazione all’esposizione ad agenti chimici, gas, fumo e vapori (ICD-10-CM J68.9; ICD-9-CM 5064, 5088, 5089).
In Italia è riconosciuta solo come malattia rara in poche regioni (anche se rara non è!), nonostante molti disegni di legge e una casistica di malati sempre in aumento, per cui i malati non hanno alcuna forma di tutela e/o assistenza.
Una Dichiarazione Scritta, presentata il 12 marzo 2012 da Parlamentari Europei, raccomanda agli Stati membri che non lo abbiano ancora fatto di includere la M.C.S. (e la E.H.S.) nei propri ICD e nelle loro liste delle malattie professionali basate sull’elenco ILO, suggerendo che l’O.M.S. inserisca la M.C.S. (e la E.H.S.) nella prossima ICD-11-CM.
La Risoluzione di Roma sulla Sensibilità Chimica Multipla (2015) ricorda che l’Istituto Robert Koch di Berlino (2002 ) ha stimato che la qualità della vita delle persone con M.C.S. è inferiore a quella di chi è affetto da malattia cardiovascolare grave, ma i fondi per il trattamento della M.C.S. sono trascurabili rispetto a quelli destinati alla malattia cardiovascolare. Per leggere il documento relativo cliccare qui.
La M.C.S. in America è riconosciuta dall’Agenzia Americana per la Protezione Ambientale (E.P.A. — Environmental Protection Agency), dalle leggi per la disabilità (A.D.A. – American Disability Act) e dal Dipartimento dello Sviluppo Urbano e dell’Abitazione. Oltre un centinaio di agenzie ed enti governativi federali statunitensi riconoscono l’M.C.S. con diversi codici. E’ stata la naturale conseguenza della emergenza sanitaria emersa con i veterani del Golfo, poiché il 30% dei soldati che erano stati impegnati nella Prima Guerra del Golfo Persico erano rientrati in patria con problemi di M.C.S., definita anche “Sindrome del Golfo”. L’evento è stato un chiaro indicatore della natura ambientale (fattore espositivo) e non psicogena della malattia.
La linea guida di riferimento scientifica americana per la M.C.S. è il Consenso del 1999, frutto di un‘indagine multidisciplinare condotta per 10 anni da 89 medici e ricercatori con vasta esperienza, dei quali 36 specialisti in allergologia, 23 in medicina professionale, 20 in ecologia clinica, e 10 in medicina interna e otorinolaringoiatria. Essa ha definito la M.C.S. come:
— uno stato cronico
— con sintomi che ricorrono in maniera riproducibile
— in risposta a bassi livelli di esposizione
— a prodotti chimici multipli e non connessi tra di loro
— che migliorano o scompaiono quando gli elementi scatenanti sono rimossi.
Per leggere la versione integrale del documento cliccare qui.
Nel 2014 è stato pubblicato lo studio “Metabolic and genetic screening of electromagnetic hypersensitive subjects as a feasible tool for diagnostics and intervention” di De Luca C., Chung Sheun Thai J., Raskovic D., Cesareo E., Caccamo D., Trukhanov A., Korkina L., pubblicato su “Mediators of Inflammation 2014”;2014:924184. doi: 10.1155/2014/924184. Epub 2014 Apr 9, che potete trovare qui.
Esso è partito dall’ipotesi che le malattie da sensibilità ambientale [environmental sensitivity-related illnesses (SRIs)], non essendo psicogene, potessero condividere determinanti organici di compromessa disintossicazione di comuni stressori fisico-chimici.
Sulla base di loro precedenti studi sulla M.C.S., i ricercatori hanno testato un panello di 12 parametri metabolici redox del sangue e di polimorfismi genetici di enzimi selezionati per la metabolizzazione degli xenobiotici su 153 pazienti affetti da E.H.S., 147 affetti da M.C.S. e 132 controlli italiani, confermando nella M.C.S. una attività alterata (P <0,05- 0,0001) di glutatione (GSH), GSH-perossidasi/S‑transferasi, e catalasi negli eritrociti.
Hanno descritto alterazioni metaboliche pro-ossidanti/pro-infiammatorie comparabili, anche se più lievi, nei pazienti affetti da E.H.S., con un rapporto di ossidazione del coenzima Q10 plasmatico significativamente aumentato.
E’ stata confermata una grave deplezione degli acidi grassi polinsaturi della membrana eritrocitaria con un aumentato rapporto ω 6/ω 3 nei pazienti affetti da M.C.S., ma non in quelli affetti da E.H.S.
Hanno anche identificato una distribuzione-versus-controllo significativamente alterata (P = 0.003) delle varianti del CYP2C19∗1/∗2 SNP nei soggetti affeti da E.H.S., e un rischio aumentato di 9,7 volte (OR: 95% CI= 1,3–74,5) di sviluppare E.H.S. per l’aplotipo (null)GSTT1 + (null)varianti GSTM1.
Complessivamente, i risultati su M.C.S. ed E.H.S. rafforzano la proposta di questi scienziati di adottare questo pannello di biomarcatori ematici metabolico/genetici come strumento diagnostico adatto per le malattie da sensibilità ambientale.
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