La E.H.S. (acronimo del termine inglese Electromagnetic HyperSensitivity) o Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici è una condizione patologica causata dalla esposizione ai Campi Elettromagnetici (C.E.M.).
E’ stata descritta per la prima volta nel 1932 in soggetti esposti in ambito professionale (ad esempio lavoratori negli impianti radio, radar, e nel settore elettrico), che sono stati i primi ad essere colpiti poiché esposti a livelli di C.E.M. sopra la media.
Si è ora diffusa nella popolazione generale per la installazione di ripetitori di telefonia mobile e radio-televisivi nei pressi delle abitazioni (ad esempio si sono verificati casi di malattia in persone residenti ai piani alti di palazzi siti nei pressi di Stazioni Radio Base) e l’utilizzo sempre più cospicuo di dispositivi Wireless.
E’ quindi una malattia di origine ambientale, da agenti fisici, conosciuta da moltissimi anni ed ampiamente descritta in molti studi.
Per una trattazione sistematica è necessario partire dalla descrizione dei Campi Elettromagnetici. Questi rappresentano un argomento molto complesso, del quale ci limiteremo a fornire nozioni propedeutiche alla comprensione della E.H.S., semplificando il più possibile i concetti che andremo ad esporre.
Si distinguono in:
- C.E.M. in Alta Frequenza, a Radiofrequenza/Microonde (RF/MO), generati dalla tecnologia Wireless;
- C.E.M. in Bassa Frequenza, generati dai dispositivi elettrici di ogni tipo.
Le sorgenti interne di C.E.M. in Alta Frequenza, a Radiofrequenza/Microonde (RF/MO), includono telefoni cellulari, dispositivi Wi-Fi e Bluetooth (router, tablet, smart watch, auricolari / mouse / tastiere wireless, smart tv, baby monitor, Playstation, ecc.), telefoni cordless (DECT), ricetrasmittenti, contatori a telelettura [attualmente in fase di installazione nelle abitazioni in sostituzione dei vecchi contatori meccanici], allarmi e videocamere di sorveglianza Wireless; le sorgenti esterne includono ripetitori della telefonia mobile e radiotelevisivi, radar, antenne Wi-Max, sistemi di geolocalizzazione.
Le sorgenti interne di C.E.M. in Bassa Frequenza includono apparecchiature elettriche domestiche come televisori, computer, asciugacapelli, piastre ad induzione, radiosveglie, coperte elettriche ed elettrodomestici in genere, inverter fotovoltaici, impianti elettrici delle abitazioni soprattutto se mal realizzati, apparecchiature medicali; le sorgenti esterne invece includono elettrodotti [estremamente pericolosi soprattutto se ad alto voltaggio], cavi dell’alta tensione, cabine elettriche, auto e mezzi elettrici, parti elettriche di auto e altri mezzi di trasporto. (vd. Tabella 1)
I C.E.M. hanno la capacità di perturbare gli equilibri elettrochimici di tutti gli organismi viventi (Effetti Biologici), cosa che a sua volta può avere conseguenze sulla salute (Effetti Sanitari).
In questo particolare periodo storico, caratterizzato dalla diffusione fuori controllo della tecnologia Wireless, sono i C.E.M. in Alta Frequenza (a RF/MO) a destare le maggiori preoccupazioni, per la loro capacità di penetrazione (passano attraverso muri perimetrali, pareti e diversi altri tipi di materiali, rendendo difficile sottrarsi all’esposizione continua; N.B. passano anche attraverso il vostro corpo!), per il lungo raggio di azione (fino a centinaia di metri a seconda della fonte), e per i loro effetti dirompenti sugli equilibri elettrochimici dell’organismo determinati dalla loro frequenza e modulazione a prescindere dalla loro intensità. Si tratta infatti di Campi Pulsati, che proprio per questa caratteristica sono estremamente disturbanti per i sistemi biologici — vd. gli studi del dott. Dimitris Panagopoulos.
E’ presumibile che praticamente tutti i soggetti seppur in modo differente vengano colpiti, e purtroppo numerosi sono coloro che manifestano gli effetti della esposizione senza esserne consapevoli. Imputando a cause di altro tipo i loro disturbi, non attuano manovre protettive per mitigare la esposizione e così il danno organico si aggrava sempre più fino ad arrivare a una condizione di malattia che può essere irrecuperabile. E’ questo ad esempio il caso della E.H.S. o Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici.
Ma gli Effetti Sanitari prodotti dai C.E.M. vanno ben oltre la E.H.S.
Spaziano infatti da eventi acuti come morte cardiaca improvvisa per aritmie fatali, ictus emorragici o ischemici per repentini rialzi pressori, ecc., a disturbi e malattie cronici come malattie a carico di diversi organi ed apparati (la tiroide è particolarmente sensibile agli effetti dei C.E.M.), disturbi neuropsichiatrici, malattie neuro-degenerative e cancro.
Numerosi sono gli studi peer-reviewed (quindi approvati dalla comunità scientifica e affidabili) reperibili sul web in siti specializzati, che evidenziano quanto sopra menzionato, ad esempio le disfunzioni tiroidee in animali esposti.
Per i disturbi neuropsichiatrici segnaliamo “Microwave frequency electromagnetic fields (EMFs) produce widespread neuropsychiatric effects including depression” (2016) del dott. Martin L. Pall, il cui abstract potete leggere qui (ma esistono altri studi sull’argomento). Tra le alterazioni comportamentali negli esposti segnaliamo anche aggressività, gesti inconsulti e scatti d’ira.
E’ stato inoltre dimostrato, tra i vari effetti nocivi sul sistema nervoso, che l’esposizione alle radiazioni a Microonde produce demielinizzazione, e anche in questo caso sono reperibili diversi studi peer-reviewed.
Sono talmente tanti gli studi che evidenziano diverse tipologie di danni derivanti dalla esposizione alle Microonde, che anche solo sceglierne alcuni a rappresentarne altri sarebbe un lavoro estremamente impegnativo.
Ma ancor più importante del vasto numero di studi disponibili sui danni da Microonde, è il fatto che essi di solito prendono in considerazione una sola fonte elettromagnetica – ad esempio l’esposizione a 835 MHz, o a 900 MHz, ecc. – , mentre nella nostra quotidianità siamo esposti ad una quantità molto maggiore di Radiofrequenze/Microonde e relativa modulazione, cosa che amplifica di molto il danno.
A questo si aggiungono fattori ambientali aggravanti tipo superfici metalliche (acciaio inossidabile e altri metalli), specchi, ecc. che riflettono i segnali e li amplificano, oppure le condizioni di utilizzo assolutamente sbagliate da parte delle persone, ignare di ciò che fanno a loro stesse e a chi sta loro intorno – ad esempio cellulari usati in ascensore, all’interno di mezzi di trasporto in movimento, oppure tenuti nella tasca dei pantaloni, ecc. – , che portano i dispositivi ad emettere molto di più, causando un danno maggiore.
Quindi la situazione reale è ben peggiore di quella rappresentata negli studi.
Il coinvolgimento è tipicamente multiorgano, sia per il tipo di esposizione (del corpo in toto; N.B. ribadiamo che le Radiofrequenze/Microonde attraversano il vostro corpo in modo pervasivo!) che per gli effetti ad ampio spettro dei C.E.M. dei quali abbiamo accennato più sopra.
Gli Effetti Biologico-Sanitari si manifestano anche a livelli di C.E.M. inferiori ai valori limite di esposizione convenuti dalla società scientifica per la tutela della salute dalle Radiazioni Non-Ionizzanti I.C.N.I.R.P. (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), presi come riferimento per stilare i limiti di legge nazionali ed internazionali.
Questo perché le raccomandazioni dell’I.C.N.I.R.P. sono state formulate tenendo in considerazione esclusivamente gli Effetti Termici dei Campi Elettromagnetici, mentre il problema più grave è rappresentato dagli Effetti Non-Termici, i quali vanno dallo stress ossidativo ai danni al DNA e si manifestano a livello clinico come riportato più sopra (Effetti Sanitari).
E francamente poco importa se l’esposizione non surriscalda, quando “belli freschi” si va incontro a malattie gravi!
Infatti, persino i bassi limiti di legge italiani (6 V/m nelle 24 ore), fra i più bassi d’Europa, non hanno impedito la comparsa nel nostro paese di casi gravi di E.H.S. e altre malattie correlate alla esposizione ai C.E.M.
Queste malattie sono peraltro in aumento esponenziale e sempre più numerose ci giungono le richieste di aiuto da parte di chi è stato duramente colpito dalla malattia.
Per fare un esempio di Effetto Non-Termico, citiamo il segnale Wi-Fi.
Il tipo più classico di segnale Wi-Fi utilizza una frequenza di 2,45 GHz, la stessa utilizzata dai forni a microonde per cuocere il cibo sfruttando il fatto che 2,45 GHz è la frequenza di risonanza delle molecole di acqua (delle quali i cibi, e pure i nostri corpi, sono pieni!).
Le molecole di acqua irradiate a 2,45 GHz assorbono energia rotazionale, poi trasferita ai moti traslazionali o termici. Conseguentemente le molecole, oltre che ruotare, iniziano a vibrare, ed il fenomeno è macroscopicamente avvertito come calore.
I forni a microonde sono progettati per generare campi elettrici oscillanti a quella frequenza così da ottenere il surriscaldamento in virtù della potenza elevata delle onde elettromagnetiche con le quali irradiano i cibi.
Il Wi-Fi emette onde elettromagnetiche meno potenti, che non portano a surriscaldamento, ma il fenomeno della risonanza si verifica comunque e vengono prodotte specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi) in grande quantità, con conseguente elevato stress ossidativo ed invecchiamento accelerato.
Nella sezione dedicata alla letteratura scientifica che stiamo comunque cercando di preparare nonostante la grande quantità di studi da selezionare – riportarli tutti sarebbe complesso e dispersivo – condivideremo studi peer-reviewed nei quali vengono esposti i meccanismi sinora individuati alla base degli Effetti Non Termici, e vengono descritti i vari tipi di Effetti Biologici e Sanitari riscontrati.
Gli Effetti Non-Termici dei CEM includono come detto anche danni al D.N.A. e disregolazione genica, difatti, il 31 maggio 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.), organo competente della Organizzazione Mondiale della Sanità per lo studio dei cancerogeni ambientali e dei loro effetti biologici, ha dichiarato i Campi Elettromagnetici a Radiofrequenza/Microonde Possibili Cancerogeni per l’Uomo (Classe 2B). [Lo stesso vale per quelli in Bassa Frequenza] Qui potete leggere il contenuto del documento originale dell’O.M.S.
Alla Classe 2B di cancerogenicità appartengono ad esempio anche: Piombo; Agenti chemioterapici come Bleomicina, Dacarbazina, Daunorubicina, Mitoxantrone, Mitomicina C; Melamina; Cobalto e composti del Cobalto; Bitumi (diversi tipi); Scarichi del motore; Oli combustibili; Erbicidi Clorofenossiderivati; Benzofluorantrene; Dibenzopirene; Furano.
Qui potete trovare la lista dei cancerogeni di classe 2B.
Alla Classe 2B di cancerogenicità appartengono pure i tanto temuti PFAS (Sostanze Perfluoro Alchiliche).
Non possiamo quindi fare a meno di citare il caso del loro ritrovamento nelle falde acquifere del Veneto, che ha giustamente suscitato nella cittadinanza rabbia e concreti timori per la salute. E questo è solo uno dei tanti casi di clamore suscitato dalla scoperta di una contaminazione da parte di sostanze appartenenti alla classe 2B.
Perché dunque l’idea che cibo, acqua, aria vengano contaminati anche solo da piccole quantità delle sostanze sopraindicate appartenenti alla Classe 2B scatena tanta agitazione, e poi nessuno si preoccupa di essere esposto 24 ore su 24 nei propri ambienti di vita ad un agente fisico - le Radiofrequenze/Microonde - appartenente alla stessa classe?
I genitori si disperano pensando che i figli possano bere acqua contaminata da PFAS, poi serenamente mettono loro in mano smartphone e tablet collegati in 4G / Wi-Fi / Bluetooth, li fanno dormire in abitazioni piene di segnali Wi-Fi (con a fianco un baby monitor Wireless nel caso dei più piccoli), li mandano a studiare in scuole piene di segnali Wireless di ogni tipo, e li fanno curare in ospedali dove sono presenti segnali Wireless intensissimi.
Molto probabilmente la mancanza di preoccupazione è dovuta ad una carenza estrema di informazioni adeguate sull’argomento, che noi stiamo cercando di fornire attraverso quanto stiamo scrivendo.
Tra l’altro studi condotti su animali, i cui risultati sono stati pubblicati in tempi recenti, suggeriscono che la succitata classificazione andrebbe rivista inserendo i C.E.M. a RF/MO almeno in Classe 2A (Probabili Cancerogeni), se non addirittura in Classe 1 (Cancerogeni Certi).
Ci riferiamo allo studio italiano dell’Istituto Ramazzini sulla radiazione nelle frequenze della telefonia mobile in campo lontano come quello dei ripetitori, e allo studio statunitense del National Toxicology Program sulla radiazione nelle frequenze della telefonia mobile in campo vicino come quello dei cellulari.
Il giorno 1 novembre 2018 è stata resa pubblica la relazione finale di quest’ultimo studio, durato oltre 10 anni e costato 30 milioni di dollari, che ha confermato i risultati preliminari del febbraio 2017. Essa attesta che esiste “chiara evidenza” dell’aumento del rischio di sviluppare tumori in ratti e topi esposti a radiazioni in Radiofrequenza come quelle utilizzate dai cellulari 2G e 3G.
Questi risultati finali non sorprendono affatto, considerata la cospicua letteratura scientifica in materia di C.E.M. a RF/MO che già in precedenza aveva messo in evidenza gli effetti nocivi delle radiazioni della telefonia mobile in termini di danno al DNA, disregolazione delle funzioni cellulari e aumento dello stress ossidativo, tutti meccanismi in grado di causare malattie degenerative e cancro.
In aggiunta a questo, per la prima volta al mondo, nel 2017 è stata emessa dalla Magistratura di Ivrea una sentenza di primo gradoche ha riconosciuto il nesso causale fra il neurinoma del nervo acustico e l’uso del telefono cellulare, riconoscendo quindi la piena plausibilità dell’effetto oncogeno delle onde elettromagnetiche emesse dai cellulari.
Qui potete trovare la sentenza della Magistratura di Ivrea.
Sempre nel 2017, a questa sentenza ha fatto seguito poco tempo dopo una sentenza simile emessa dalla Magistratura di Firenze.
Nel gennaio 2020, la Corte di Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea dell’aprile 2017, che aveva stabilito la presenza del nesso di causalità tra l’utilizzo dei telefoni cellulari e il neurinoma del nervo acustico, dando ulteriore forza alle affermazioni di molti scienziati secondo le quali le emissioni della tecnologia Wireless sarebbero da collocare in una classe di cancerogenicità più elevata.
Al momento, motivi di estrema preoccupazione sono:
1) La sostituzione dei vecchi contatori meccanici con contatori a telelettura Wireless, in corso di realizzazione, che sta portando non solo alla installazione di un “emettitore” per ogni tipo di utenza (gas, corrente elettrica e acqua) in ogni abitazione, ma anche di una rete di supporto alla trasmissione dei segnali dei contatori;
2) L’avvento del 5G, con installazione di nuove antenne molto ravvicinate tra loro, descritte come “small cell” a bassa potenza.
Allo stato attuale, per entrambi i casi, non esistono studi che ne provino la sicurezza per la popolazione generale. Conseguentemente, non ne è provata la sicurezza per i soggetti più fragili (bambini, anziani e malati). Quindi si sta violando il Principio di Precauzione.
Per chi poi ha un problema di Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici (malati di E.H.S.), chiaramente il danno esiste.
Ed essendo che, come detto, potenza ridotta e rispetto dei limiti di legge non significano assenza di effetti biologici e sanitari, la salute pubblica sta venendo messa enormemente a rischio.
Ulteriore conferma del rischio arriva dall’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), che nel 2016 ha pubblicato delle LINEE GUIDA per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie e dei problemi sanitari legati ai C.E.M. (“EUROPAEM EMF Guideline 2016 for the prevention, diagnosis and treatment of EMF-related health problems and illnesses” – Belyaev et al., 2016) – che potete leggere qui sul sito dell ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente).
In esse vengono proposti come valori guida precauzionali (tab. 1–3) dei livelli di Elettrosmog ampiamente al di sotto di quelli indicati dai limiti di legge, cosa che mette chiaramente in discussione le decisioni prese dal nostro e da altri paesi in termini di tutela della popolazione.
Per quanto riguarda il 5G, nei cui dettagli tecnici non entriamo, esso aumenterà il livello di inquinamento ambientale e con esso l’impatto negativo sulla salute dei cittadini. Quindi capiamo perfettamente l’allarmismo che si è creato intorno a questo tipo di installazioni.
Ma facciamo presente che già il 4G ha impattato enormemente la salute pubblica per la particolarità del segnale utilizzato. Viene infatti chiamato banda larga perché utilizza più radiofrequenze assieme, dando origine ad un segnale particolarmente disturbante per gli equilibri elettro-chimici degli organismi viventi.
E comunque, c’è chi si è ammalato prima dell’avvento del 4G, perché anche gli standard di trasmissione introdotti in precedenza (2G, 3G) non sono innocui.
Per quanto riguarda i contatori a telelettura, abbiamo interpellato chi sta installando questi dispositivi Wireless per tutelare dei malati gravi che fanno riferimento alla nostra Associazione, ai quali, pur affetti da una Ipersensibilità nei confronti di Radiofrequenze/Microonde (RF/MO), viene imposta la sostituzione del vecchio contatore con uno a tele lettura Wireless se non vogliono rinunciare al servizio di fornitura. In aggiunta sono sempre più circondati da contatori installati nelle abitazioni circostanti.
Abbiamo fatto presenti i rischi correlati all’esposizione alle Radiofrequenze/Microonde non solo per i malati ma anche per la popolazione generale, e chiesto i dettagli tecnici della rete Wireless di trasmissione dei dati sui consumi.
Le risposte sono state:
“Vi confermiamo … che i contatori 2G risultano conformi a tutta la normativa vigente e, in particolare, per gli aspetti legati alla salute, alle norme EN 50364:2010 ed EN 62479:2010 e per la compatibilità elettromagnetica alla Direttiva 2014/30/UE e alle norme ETSI EN 300 220–1 V2.4.1 2012, ETSI EN 301 489–1 V1.9.2:2012, ETSI EN 301 489–3 V1.6.1:2013.”
oppure
“Precisiamo … che iI contatori installati da ****** rientrano nella tipologia dei contatori teleletti che adottano come modalità di trasmissione dei dati la soluzione “Punto — Punto” (P2P) operante attraverso una scheda SIM installata a bordo dei contatori stessi. La soluzione tecnica adottata è del tutto analoga ai comuni telefoni cellulari, con la differenza che il contatore avvia una comunicazione telefonica una sola volta al giorno (in alcuni casi una ogni 2 giorni) e per non oltre 60 secondi. Per la restante parte della giornata, il contatore è completamente inattivo essendo programmato con la suddetta “finestra di risveglio”.
Per quanto sopra, anche dal solo confronto coni telefoni cellulari, che peraltro si portano abitualmente in tasca, si possono ritenere infondate le preoccupazioni relative a un particolare incremento dell’inquinamento elettromagnetico che i contatori teleletti produrrebbero.“
Tralasciando il fatto che, nonostante le numerose richieste, una di queste aziende non abbia ancora rivelato la frequenza alla quale operano i suoi contatori – cosa che sarebbe stata molto utile ai malati per adottare opportune schermature risparmiandosi le sofferenze fisiche cui sono attualmente sottoposti – , questo tipo di risposte sono giunte solo DOPO che sono state fatte precise domande.
Infatti, nelle lettere inviate agli utenti per informarli della prossima sostituzione dei contatori meccanici con quelli di nuova generazione, non viene assolutamente spiegato in modo chiaro e comprensibile il tipo di operazione che sta venendo effettuata.
Sono due, quindi, le principali considerazioni da fare in merito a quanto sinora esposto:
1) Il fatto che il singolo di dispositivo rispetti i limiti di legge (peraltro, come detto, non protettivi), non significa che migliaia di dispositivi, concentrati in una zona densamente popolata, e collocati all’interno delle abitazioni (quindi in prossimità del corpo degli utenti), non possano causare danno, pur emettendo Radiofrequenze/Microonde una sola volta al giorno OGNUNO.
“E’ la dose che fa il veleno” diceva Paracelso, noto medico e alchimista svizzero. Persino l’acqua può essere mortale, se assunta in quantità eccessiva. E questi numerosi contatori, vanno tra l’altro ad aggiungersi a tutte le preesistenti fonti di Radiofrequenze/Microonde tra cui antenne della telefonia mobile, cellulari, Wi-Fi, ecc. E le Radiofrequenze/Microonde non sono acqua, sono inserite in Classe 2B di cancerogenicità.
La numerosità, la prossimità e nel lungo termine la ripetitività delle emissioni, certamente causeranno danno.
2) Perché chi sta installando questi dispositivi per il monitoraggio continuo del consumo di gas, corrente elettrica e acqua non sta informando adeguatamente gli utenti riguardo al tipo di operazione in corso? Siamo certi che tutti gli utenti abbiano capito che stanno venendo installate nelle loro abitazioni delle emittenti radio nonché fonti di C.E.M.? Come reagirebbero molti di questi nel saperlo?
In vari paesi nei quali l’introduzione degli smart meter è avvenuta molto tempo prima, l’esposizione cronica a RF/MO di natura impulsiva ha prodotto notevoli problemi di salute negli utenti, e in molti casi si sono verificati moti di protesta e audizioni in tribunale.
Non avendo adeguate informazioni tecniche riguardo al tipo di installazioni in corso in Italia, non è possibile capire la portata del problema.
Ad esempio, il professore associato di neurochirurgia australiano Vini G. Khurana, ha riferito che sono stati segnalati effetti neurologici avversi in persone che hanno trascorso del tempo in prossimità di misuratori Wireless, in particolare sotto i 10 piedi (3 metri).
Solo il tempo chiarirà le cose.
Tutto ciò che possiamo dire fin da ora è che i malati gravi di E.H.S. che fanno riferimento alla nostra associazione sono andati incontro ad uno scadimento delle condizioni fisiche da quando sempre più contatori Wireless stanno venendo installati nelle abitazioni circostanti.
Intanto che tutto questo succede, i limiti espositivi vengono ritoccati.
Viene da chiedersi: se prima era stato stabilito, in base a degli studi, che per la nostra sicurezza ci dovesse essere un certo limite di esposizione perché oltre poteva diventare pericoloso, perché successivamente qualcuno ha deciso che potevamo essere esposti molto più di prima? Francamente la sensazione è che i livelli di esposizione vengano modificati in base a come torna comodo all’industria. E la nostra sicurezza? Forse hanno verificato che con il tempo siamo diventati più resistenti e quindi possiamo essere irradiati di più? Semmai, ci risulta che siano molti i “caduti” sotto l’effetto del livello di Elettrosmog già esistente, ma il fenomeno passa facilmente inosservato perché la maggior parte della popolazione ignora la correlazione tra i propri problemi di salute e l’Elettrosmog.
Gli ambienti di vita (abitazioni, scuole e luoghi di cura inclusi) sono e saranno sempre più invasi da un agente fisico (C.E.M. in Alta Frequenza) che, anche volendo trascurare le più recenti evidenze scientifiche sulla cancerogenicità, è inserito nella Classe 2B ed è quindi in grado di causare malattia (altrimenti i prodotti contenenti ad esempio Piombo – Classe 2B – non sarebbero stati ritirati dal mercato!).
Sono tanti gli argomenti da approfondire e cercheremo di coprirne la maggior parte nel tempo, anche per sfatare falsi miti come ad esempio quello della S.A.R. dei cellulari, che tiene conto solo degli Effetti Termici delle Microonde e tra l’altro viene valutata utilizzando manichini di plastica con la testa riempita di gel proteico. Noi non siamo come quei manichini e nelle nostre cellule abbiamo il DNA!
Sotto la voce del menù “AIUTO” creeremo una sezione dedicata alla informazione sui Campi Elettromagnetici e alla loro mitigazione, sia per la tutela della salute di chi non è ancora malato, che per chi è già malato e necessita di misure di mitigazione particolarmente curate.
Nel mentre, per dubbi o domande, potete contattarci al seguente indirizzo e‑mail: info@obiettivosensibile.org
E.H.S. è l’acronimo del termine inglese Electromagnetic HyperSensitivity, il quale significa Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici. La malattia però viene spesso indicata per semplicità con il termine di Elettrosensibilità.
L’Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici è la conseguenza di una esposizione sopra la media a fonti di Inquinamento Elettromagnetico, che può essere stata cumulativa nel lungo termine (ambiente di vita inquinato) o di durata breve ma molto intensa (ad esempio, sono stati riportati casi di comparsa della sintomatologia o aggravamento della medesima in chi sia stato sottoposto a Risonanza Magnetica), la quale porta a danno organico e perdita di tolleranza (sensibilizzazione) nei confronti dei Campi Elettromagnetici.
Letteratura scientifica anche molto datata (è stata descritta per la prima volta nel 1932) riporta casi di malattia verificatisi in soggetti esposti in ambito professionale (ad esempio lavoratori negli impianti radio, radar, e nel settore elettrico), che sono stati i primi ad essere colpiti.
Si è ora diffusa nella popolazione generale per la installazione di ripetitori della telefonia mobile e radio-televisivi nei pressi delle abitazioni (ad esempio si sono verificati casi di malattia in persone residenti ai piani alti di palazzi siti nei pressi di Stazioni Radio Base) e l’utilizzo sempre più cospicuo di dispositivi Wireless. Infatti i casi di malattia attualmente riscontrabili sono praticamente tutti da fonti elettromagnetiche in Alta Frequenza.
Vd. come riferimento, fra i vari articoli scientifici peer-reviewed disponibili sull’argomento, “The microwave syndrome or electro-hypersensitivity: historical background” del dott. Carpenter D.O., il cui abstract potete leggere qui.
Può sviluppare la malattia chiunque (bambini inclusi) si trovi a vivere in ambienti molto inquinati dal punto di vista elettromagnetico e/o abbia una suscettibilità individuale.
L’Inquinamento Elettromagnetico è in costante aumento e consensualmente stanno aumentando i casi di E.H.S., fra i quali sempre più numerose sono le forme altamente invalidanti che costringono all’isolamento totale (vd. foto di malata grave all’inizio).
Alcuni studi suggeriscono che circa il 3–8% della popolazione sia moderatamente elettrosensibile, e fino al 30% sia leggermente sensibile, avendo malesseri quotidiani dei quali ignora la vera causa.
E’ una patologia disabilitante, che si manifesta per esposizione a fonti elettromagnetiche in Alta e Bassa Frequenza, anche quando la lorointensità è ampiamente al di sotto dei limiti stabiliti per legge (infatti è una Ipersensibilità) e a valori normalmente tollerati da chi non è colpito dalla malattia.
I segni e sintomi tipicamente:
— si manifestano durante e/o dopo esposizione alle fonti di C.E.M.,
— regrediscono con l’allontanamento da queste,
— si ripresentano immancabilmente ad ogni esposizione successiva, e
— non sono giustificabili con la presenza di patologie sottostanti / concomitanti.
Nella maggior parte dei malati i segni e sintomi sono molto simili, seppur di diverso livello di gravità.
I malati descrivono la loro condizione di malattia in base a background culturale ed esperienze di vita, ma i racconti sono assolutamente sovrapponibili, a supporto del fatto che il problema vissuto da questi soggetti, i quali non si conoscono, e vivono in luoghi diversi del nostro paese o del pianeta, è lo stesso e imputato alla stessa causa.
Cospicua letteratura scientifica prodotta in ambito militare e non solo, che descrive gli effetti delle Microonde su esseri umani e animali, riporta gli stessi segni e sintomi lamentati da questi soggetti quando sono esposti alle Microonde.
Un po’ troppe analogie per ritenere che il problema non sia reale.
In aggiunta, risulta piuttosto sensato ritenere che simili problematiche, le quali in passato interessavano solo i soggetti esposti ai C.E.M. in ambito lavorativo – in quanto gli unici ad essere maggiormente esposti, vd. radaristi per quanto riguarda le Microonde – possano adesso interessare anche la popolazione generale – in quanto ormai ugualmente esposta alle Microonde per l’installazione dei ripetitori nei pressi delle abitazioni e l’uso quotidiano della tecnologia Wireless.
Ulteriore supporto arriva poi da studi che hanno individuato alcuni dei meccanismi attraverso i quali le Microonde causano effetti biologici e conseguentemente manifestazioni cliniche.
Ad esempio, il prof. Martin L. Pall ha evidenziato come le Microonde siano in grado di agire attraverso l’attivazione dei canali del calcio voltaggio-dipendenti per indurre effetti biologici a livelli non-termici.
La E.H.S. ha dunque una base organica caratterizzata da meccanismi patogenetici multipli, che si estrinsecano in un danno immuno-tossico mediato dagli effetti diretti dei C.E.M. e dall’intervento del sistema immunitario del soggetto sensibilizzato, il quale reagisce alla esposizione scatenando una risposta infiammatoria che causa grave danno all’organismo oltreché notevole sofferenza fisica.
Una persona affetta da Elettroipersensibilità, a seconda della sensibilità specifica (per Alte e/o Basse Frequenze), manifesta gravi disturbi fisici in vicinanza dei più svariati dispositivi che generano Campi Elettromagnetici, per cui lo stato di benessere del soggetto può essere compromesso da una lampadina, un televisore, un computer, dalle componenti elettriche presenti nelle autovetture, o da diverse tipologie di strumentazioni Wireless (dispositivi WiFi e Bluetooth, smartphone, contatori a telelettura a Radiofrequenza/Microonde, ecc.).
La E.H.S. è spesso progressiva. Il malato può diventare sensibile a una gamma più ampia di frequenze, i sintomi possono diventare più gravi fino ad includere la M.C.S. o Sensibilità Chimica Multipla (sensibilizzazione alle sostanze chimiche), con la quale la E.H.S. pare condividere una parte dei meccanismi patogenetici.
I segni e sintomi, che possono essere immediati e/o tardivi (per la comparsa di uno stato infiammatorio post-esposizione) sono principalmente:
- dolore fisico localizzato o diffuso, sia durante l’esposizione che soprattutto a distanza di ore, il quale va dal mal di testa più o meno intenso – fino a livelli altamente invalidanti – a dolori muscolari ed articolari, dolore addominale, e dolore cardiaco anche molto intensi;
Rash – Cliccare sulla immagine per ingrandire
- eruzioni cutanee (rash) più spesso di tipo eritematoso (arrossamento) che interessano soprattutto il volto, ma che possono interessare anche tronco e arti, accompagnarsi a prurito (ed in questo caso possono comparire pomfi) e/o sensazione di bruciore, ed arrivare ad essere talmente intense da essere altamente invalidanti;
- sindrome simil-influenzale causata dallo stato infiammatorio;
- debolezza, facile esauribilità fisica, fino alla Sindrome da Stanchezza Cronica;
- difficoltà di concentrazione e/o perdita di memoria;
- alterazioni del tono dell’umore e del carattere, aggressività od apatia;
- palpitazioni cardiache che simulano uno stato d’ansia o di inquietudine, sbalzi pressori che possono causare sanguinamenti nasali;
- disturbi neurovegetativi, vertigini, perdita dell’equilibrio, nausea;
- disturbi visivi (visione sfuocata) e uditivi (tinnito, presente 24 ore su 24 dovuto all’effetto Frey, a tipo ronzio, sibilo o fischio, continuo o discontinuo);
- disturbi della digestione e del transito gastrointestinale;
- disturbi endocrinologici, ♀ alterazioni del ciclo mestruale;
- alterazione dei ritmi circadiani;
- disturbi del sonno, sonno non ristoratore.
Nella tabella sono riportati i Segni e Sintomi maggiormente riscontrati nei soggetti Elettroipersensibili, i quali trovano supporto scientifico in vari studi svolti in ambito militare e non.
Fra i tanti abbiamo preso come riferimento il rapporto di ricerca stilato nel 1972 dal dott. Zorach Glaser (Dottore di Ricerca della Marina degli Stati Uniti) “Reported Biological Phenomena (‘Effects’) and Clinical Manifestations Attributed to Microwave and Radio-Frequency Radiation”, che ha preso in esame più di 2.200 studi nei quali segnali a Radiofrequenza/Microonde deboli sono stati messi in relazione a più di 122 effetti biologici (qui potete trovare le scansioni del documento originale).
Altro studio che abbiamo tenuto in considerazione è “Radiofrequency/Microwave Radiation Biological Effects and Safety Standadrs: A Review” di Scott M. Bolen, pubblicato nel giugno 1994 dal Rome Laboratory, Air Force Materiel Command Griffiss, Air Force Base, New York (qui potete trovare le scansioni del documento originale).
Per esposizioni prolungate ai livelli di C.E.M. comunemente tollerati dalla popolazione generale e nei limiti di legge (trattasi infatti, come dice il nome stesso, di una condizione di ipersensibilità), il malato va incontro ad una più o meno grave sindrome immuno-tossica, rischiando la morte dopo aver patito dolori indescrivibili.
Preoccupante è il fatto che, quando esposti, i malati gravi rispondano in modo anomalo ai farmaci, cosa peraltro descritta in letteratura in soggetti ammalatisi per la esposizione alle Microonde – vd. lo studio sopraindicato.
Questo rende complesso e rischioso il trattamento in caso di malattia, considerato che allo stato attuale non esistono strutture sanitarie attrezzate per l’accoglienza di questo tipo di malati (ovvero dotate di stanze schermate e bonificate dal punto di vista elettromagnetico)!
Le comuni terapie farmacologiche sono inefficaci, perché i meccanismi patogenetici alla base dei disturbi seguono vie probabilmente non classiche e comunque non del tutto chiarite.
Tra l’altro questi soggetti soffrono spesso anche di M.C.S., cosa che preclude l’uso di molti farmaci.
Non è dunque nota alcuna terapia in grado di curare la condizione di malattia. Al momento l’unico rimedio efficace nel ridurre o far scomparire i sintomi è limitare o evitare del tutto l’esposizione ai C.E.M.
Alle misure di evitamento obbligate consegue uno stravolgimento anche totale della vita familiare, sociale e lavorativa.
Alcuni devono letteralmente rinunciare a vivere, riducendosi a trascorrere le giornate all’interno di un baldacchino schermante come quello raffigurato qui sotto, una angusta prigione che rappresenta l’unica possibilità di sopravvivenza.
Baldacchino schermante
Per far capire meglio quanto tragiche possano essere le condizioni di vita di coloro che hanno la malattia in forma grave (e sono tanti), facciamo alcuni esempi.
Essendo obbligati a ripararsi dai C.E.M., questi malati non possono più lavorare, e, chi non ha il supporto della famiglia, si ritrova in uno stato di indigenza per la mancanza di un sostegno economico da parte dello Stato (la malattia non ha un riconoscimento nazionale!), impossibilitati a curarsi (la gestione della M.C.S. spesso associata prevede una alimentazione biologica, l’assunzione di antiossidanti in dosi generose, l’uso di prodotti privi di sostanze chimiche, l’uso di protezioni come mascherine, ecc. – tutto estremamente costoso) e a proteggersi nel proprio ambiente di vita (i materiali schermanti hanno costi proibitivi!).
Non avendo risorse economiche per schermare le proprie abitazioni o acquistare baldacchini schermanti, devono andare a dormire in macchina o vivere dentro a roulotte nei boschi, con tutti i rischi del caso, essendo dunque letteralmente “buttati” fuori da casa propria dai dispositivi Wireless dei vicini in quanto non esistono leggi che li tutelino.
E’ loro precluso l’accesso a luoghi pubblici, e strutture pubbliche e private, ospedali inclusi, per l’elevato inquinamento elettromagnetico e chimico di questi ambienti. Se si ammalano in forma grave tale da necessitare un ricovero, sono condannati.
Ma è loro precluso anche l’accesso all’assistenza medica di base, per la scarsa se non nulla preparazione in materia dei medici di famiglia.
L’emergenza coronavirus ha reso ancora più drammatico questo problema, sia perché non potrebbero ricevere assistenza in caso venissero infettati e sviluppassero una forma grave della malattia, sia perché, assistiti e mantenuti da persone anziane nelle quali la mortalità da infezione da coronavirus è elevata, potrebbero trovarsi senza aiuto e mezzi di sostentamento.
Perdono affetti e amicizie a causa dell’isolamento forzato.
Alcuni di loro hanno anche dovuto rinunciare allo studio, a trovare l’affetto di un compagno, a creare una famiglia propria. Altri hanno dovuto rinunciare a servizi essenziali come la fornitura del gas per non essere costretti ad avere un contatore Wireless a brevissima distanza (vd. dopo). Il tutto in violazione di molti dei loro diritti di cittadini e di malati.
Alcuni sono arrivati a perdere la dignità di essere umano.
Ignorati ripetutamente da istituzioni e classe medica, vittime spesso di atti derisori o addirittura di bullismo, i malati di E.H.S. hanno rinunciato a chiedere aiuto in attesa di circostanze meno ostili in cui affrontare il problema: parlare di E.H.S. nell’era di massima diffusione del Wireless rende individui scomodi.
Ma la situazione attuale è per loro davvero critica e non potranno tacere ancora a lungo.
Stiamo creando nel sito una sezione dedicata alle testimonianze dei malati, con racconti e video sull’impatto che la malattia ha avuto sulle loro esistenze.
Sta diventando sempre più complicato, per i malati che riescono ancora a vivere nelle loro abitazioni con opportuni accorgimenti, trovare adeguato riparo dalle Radiofrequenze/Microonde ormai ubiquitariamente presenti (poiché in grado di attraversare le pareti!).
E se già è difficile nel caso di fonti esterne, impossibile lo diventa se un disegno di legge, il quale non ha minimamente tenuto conto della esistenza della malattia, obbliga alla installazione di apparati trasmittenti (contatori a telelettura Wireless) all’interno di ogni abitazione dotata di forniture di gas/corrente elettrica/acqua.
I malati stanno disperatamente cercando di opporsi a queste installazioni nelle loro abitazioni, ma i contatori stanno venendo installati nelle abitazioni limitrofe e sono molti coloro che stanno andando incontro ad un rapido e grave scadimento delle condizioni fisiche.
Ci rendiamo perfettamente conto del fatto che si debbano fare i conti con un disegno di legge e le compagnie fornitrici dei servizi siano costrette ad attuare la sostituzione, ma questo non può e non deve andare a detrimento della salute dei cittadini più deboli in quanto il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione Italiana. Nonostante siano stati presentati certificati medici e inviate diffide, non è stato preso alcun provvedimento. Sarebbe bastato anche solo segnalare il problema agli organi competenti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Crediamo che non ci sia altro da aggiungere.
Ciò che stanno vivendo i malati in Italia e nel mondo è chiaramente una totale violazione del diritto alla salute, cui si aggiunge la violazione di diversi altri diritti umani.
A livello internazionale si parla di “Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici” (Electromagnetic Hypersensitivity, E.H.S.), comunemente si abbrevia in Elettrosensibilità (Electrical Sensivity, E.S.).
L’orientamento è di classificarla tra le malattie da causa ambientale come la Multichemiosensibilità (M.C.S.).
La sintomatologia è stata descritta in riviste mediche autorevoli, si parla della malattia nei convegni delle Società di Radioprotezione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) aveva anche avviato il progetto EMF sugli effetti dei C.E.M. sull’uomo, mentre l’Istituto Superiore di Sanità aveva impostato nel 2004 uno studio pilota sui casi di Ipersensibilità ai C.E.M.
“Si stima che dal 3% al 5% della popolazione europea (22.3 ‑37.1 milioni di persone) potrebbe essere affetta da Elettrosensibilità e questa malattia è in costante aumento” (I. Jamieson, intervento allo European Economic and Social Committee, nov 2014).
Numerosi gruppi di scienziati richiamano con forza l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ad un rapido riconoscimento della Elettroipersensibilità come vero e proprio stato di malattia, includendola nei codici I.C.D. (International Classification of Diseases).
Nel 2014 è stato pubblicato lo studio “Metabolic and genetic screening of electromagnetic hypersensitive subjects as a feasible tool for diagnostics and intervention” di De Luca C., Chung Sheun Thai J., Raskovic D., Cesareo E., Caccamo D., Trukhanov A., Korkina L., pubblicato su “Mediators of Inflammation 2014”;2014:924184. doi: 10.1155/2014/924184. Epub 2014 Apr 9, che potete trovare qui.
Esso è partito dall’ipotesi che le malattie da sensibilità ambientale [environmental sensitivity-related illnesses (SRIs)], non essendo psicogene, potessero condividere determinanti organici di compromessa disintossicazione di comuni stressori fisico-chimici.
Sulla base di loro precedenti studi sulla M.C.S., i ricercatori hanno testato un panello di 12 parametri metabolici redox del sangue e di polimorfismi genetici di enzimi selezionati per la metabolizzazione degli xenobiotici su 153 pazienti affetti da E.H.S., 147 affetti da M.C.S. e 132 controlli italiani, confermando nella M.C.S. una attività alterata (P <0,05- 0,0001) di glutatione (GSH), GSH-perossidasi/S‑transferasi, e catalasi negli eritrociti.
Hanno descritto alterazioni metaboliche pro-ossidanti/pro-infiammatorie comparabili, anche se più lievi, nei pazienti affetti da E.H.S., con un rapporto di ossidazione del coenzima Q10 plasmatico significativamente aumentato.
E’ stata confermata una grave deplezione degli acidi grassi polinsaturi della membrana eritrocitaria con un aumentato rapporto ω 6/ω 3 nei pazienti affetti da M.C.S., ma non in quelli affetti da E.H.S.
Hanno anche identificato una distribuzione-versus-controllo significativamente alterata (P = 0.003) delle varianti del CYP2C19∗1/∗2 SNP nei soggetti affeti da E.H.S., e un rischio aumentato di 9,7 volte (OR: 95% CI= 1,3–74,5) di sviluppare E.H.S. per l’aplotipo (null)GSTT1 + (null)varianti GSTM1.
Complessivamente, i risultati su M.C.S. ed E.H.S. rafforzano la proposta di questi scienziati di adottare questo pannello di biomarcatori ematici metabolico/genetici come strumento diagnostico adatto per le malattie da sensibilità ambientale.
I criteri di diagnosi attualmente considerati validi sono quelli formulati dalla European Academy for Environmental Medicine (“LINEE GUIDA DI EUROPAEM 2016 per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie e dei problemi sanitari legati ai C.E.M.”), che potete trovare qui in italiano.
Per quanto riguarda le indagini utili a diagnosticarla, in una pubblicazione scientifica del 2015 ad opera del prof. Belpomme, vengono descritti dei biomarcatori predittivi di malattia (“Reliable disease biomarkers characterizing and identifying electrohypersensitivity and multiple chemical sensitivity as two etiopathogenic aspects of a unique pathological disorder”, il cui abstract potete leggere qui).
L’E.H.S. è riconosciuta come malattia invalidante in Svezia e ci sono stati riconoscimenti singoli in Francia e Spagna.
In Italia la regione Basilicata ha codificato l’Elettrosensibilità come “malattia rara” (anche se rara non è!).
Il Parlamento Europeo, nella risoluzione del 2009, richiama gli Stati membri a riconoscere l’Elettroipersensibilità (E.H.S.) come disabilità, come ha fatto la Svezia.
La Commissione dei Diritti Umani canadese attribuisce l’E.H.S. all’esposizione ai C.E.M.
Il Consiglio d’Europa, nella Risoluzione del 2011, richiama all’applicazione del Principio di Precauzione e alla necessità di creare zone electrosmog-free, prive cioè di Campi Elettromagnetici.
Vale inoltre quanto detto in precedenza sui Campi Elettromagnetici.
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